MA LUI NON LO SA
Martino è un bimbo trasparente o almeno questo è quello che lui vorrebbe essere. Tende a non dare nell’occhio, si nasconde dietro a compagni più visibili di lui. Quando colora un disegno lo fa con un tratto talmente leggero che a volte mi capita chiedergli «Come mai non lo hai colorato?» e mi mangerei la lingua dopo averlo detto, perché lui mi guarda sorpreso e un poco offeso della mia incapacità di distinguere un disegno colorato da uno in bianco e nero.
Martino è amico di tutti in classe. Presta sempre volentieri le sue penne a chi ne è sprovvisto, anche quelle che scrivono con i brillantini, e se durante la ricreazione qualcuno resta da solo, lui lo raggiunge e lo invita a giocare insieme.
La confessione del fabbricante di troni
Una mattina l’ho sorpreso a guardare fuori dalla finestra le nuvole che si spostavano veloci guidate da un vento sostanzioso e gli ho detto «Dimmi pure», come se sapessi che aveva qualcosa d’importante da comunicarmi.
Mi ha guardata distogliendo lo sguardo dal cielo e ha sorriso alla mia domanda, poi ha chiesto:
«Sai che facevo in un’altra vita?»
«Non lo so ma mi piacerebbe molto saperlo» gli ho risposto e mi sono fatta parecchio attenta perché quando un alunno sta per dirmi qualcosa d’importante, tutto il mio corpo vibra a una velocità che solo il cuore è in grado di percepire.
«Io costruivo troni»
«Quelli per i re e le regine?» chiedo sorridendo perché penso sia una fantasia di bambino.
«No, costruivo troni camminanti per le persone che non potevano camminare. Quelli sì che sono veri troni, non ti pare?»
Ecco, lo sapevo che quella vibrazione era giusta!
I premi bisogna darli prima
La mamma di Martino mi ha detto che lo ha iscritto a nuoto.
Lei è stata una brava nuotatrice da ragazza, ha partecipato a parecchie gare e crede molto in questo sport.
Chissà se ha chiesto a Martino se lui è della stessa idea.
Da un po’ di giorni lo vedo preoccupato, allora lo chiamo alla cattedra e mentre fingo di essere occupata a correggere (perché i bambini si confidano più volentieri se pensano di non avere gli occhi puntati addosso) gli chiedo come va.
«Maestra lo sai che quest’anno vado in piscina perché non so nuotare?»
«Bene! Hai già fatto progressi? Ti piace andarci?»
«Sì ma ho chiesto all’allenatore se mi poteva dare una medaglia subito, prima di dover fare una gara»
«E lui che ti ha risposto?»
«Che prima bisogna fare la gara e invece io gli ho detto che è meglio darmela subito, perché se penso che non so nuotare mi viene paura, se invece mi dà una medaglia sulla fiducia mi dico che se c’ha creduto l’allenatore allora ci posso credere pure io. A volte serve che uno ci crede prima di te. Secondo me i premi bisogna darli prima così il cuore è contento, la testa si convince e poi è fatta»
Martino è un maestro zen.
Punto.
7 Commenti
Ecco vedi, si chiama trono, quello fatto da Martino per chi non può camminare…e il fatto della medaglia poi, con la sua bella motivazione attaccata come una etichetta, un motivazione al contrario, da fuori invece che da dentro, mica è scritto nella legge che proviene tutto da noi… poi il resto arriverà,
Namasté Martino
Namastè
È bello leggerti. Sai di amore, gentilezza, gioia…
Grazie infinite🙏🏻♥️
Grazie ❤️
Proprio così caro Marco, ho avuto l’occasione di lavorare con un maestro zen che era sempre pronto a “svegliarci” in caso di rilassamento!
Grazie cara Milena per il tuo blog e per i racconti e le storie che ci illustri con tanta luminosità e brillantezza! Bellissima anche questa storia di Martino, bambino che non ha dimenticato le sue vite precedenti (chissà quanti bambini ci sono come lui, come lui trasparenti e fuggevoli dalle luci della notorietà!). Molto bello il tuo accostamento ad un maestro zen! Non dimentichiamoci che i maestri zen erano e sono coloro che, quando meno te lo aspetti, mentre ti stai rilassando o addormentando in posizione za-zen, ti “svegliano” con una bella botta sulla schiena! TTTAAACCC!!!!! Il fulmine che illumina la mente ed il corpo! Daje! Un abbraccione forte!