Parole Gentili

Il manifesto. Ma non quello di Marx.

Lo spunto per scrivere questo articolo mi è stato fornito, come spesso accade, dai miei alunni che facendo una buffa riflessione sulle regole del testo fiabesco (tempo e luogo indefiniti, protagonista nei guai al quale serve aiuto) mi hanno detto di averne abbastanza di fiabe fatte con questi ingredienti e che se le regole sono queste, allora è tempo di cambiarle.

Nuove regole?

Ho sorriso come faccio sempre quando riconosco negli occhi dei bambini il desiderio di rivoluzionare le cose per renderle più interessanti e ho chiesto loro di proporre nuove regole per la fiaba.

Hanno risposto che non potendone più di quel “C’era una volta” campato in aria, preferiscono un chiaro “C’è adesso, proprio in questo momento” e poi ci sarebbe da affrontare il problema del luogo.

Dove mi trovo?

Basta con “C’era una volta, sulla collina che si erge oltre la prateria del regno di Vattelapesca roba che se l’inserisci come località da raggiungere, il navigatore ti fa una pernacchia. Hanno detto, sempre i miei alunni, che ci vuole più chiarezza, anche nel fornire l’indirizzo della principessa sfortunata.

Senza corona, please.

Di seguito hanno espresso un parere su principi e principesse. Ma a chi interessano più i protagonisti appartenenti alle famiglie reali? A loro no (così si sono espressi). «Vogliamo gente come noi, ragazzini che vivono in questa era, su questo pianeta, nel nostro sistema solare

Sfortunato a chi?

E infine ‘sta storia della sfortuna perenne, delle infanzie vissute tristemente, vessati da tutto e tutti. Dei problemi insormontabili che per risolverli deve passare proprio sotto casa la fata turchina di turno e come ci arriva se l’indirizzo è quello della collina che si erge oltre la prateria del regno di Vattelapesca?

Ho spiegato loro che le fiabe hanno antiche origini, che attraverso di esse sono stati trasmessi concetti e valori molto importanti e che milioni e milioni di bambini si sono addormentati beatamente sulle parole delle fiabe raccontate dai loro genitori.

Ma nessuno racconta più la favola della buonanotte?

«A parte il fatto che nessuno ce le racconta più, c’è da dire che a noi verrebbero gli incubi a sognare di streghe, orchi e crudele fato. E anche quel vissero felici e contenti! Dove vissero? Felici per quanto tempo? Contenti di cosa? Ma poi, maestra, te la immagini una vita in cui ti tocca vivere sempre, sempre, sempre felice e contenta? Roba da slogarsi la mascella a forza di sorridere! Ma anche meno, ma anche no.»

A questo punto ho chiesto loro di stilare delle nuove regole per il testo fiabesco e dopo un paio d’ore di discussioni è venuto fuori il seguente editto.

Il manifesto.

La fiaba deve avere:

  • Un tempo attuale. Al massimo ieri.
  • Un luogo preciso, raggiungibile non solo con la mente ma pure con il monopattino.
  • Un protagonista simile a noi o alle persone che s’incontrano in giro.
  • I problemi del protagonista o dei suoi amici devono essere reali e non esagerati. Niente che non si possa risolvere con un po’ di buon senso o al massimo con la lettura di un manuale di pronto intervento per protagonisti con guai.
  • La punizione per i cattivi deve essere qualcosa di utile, come pulire le strade o le spiagge piene di plastica e cartacce.
  • Principi, fate e principesse… tutti a casa per favore.

 

 

Non so se funzionerà. Ma io questo manifesto della fiaba moderna non lo ignorerei.

 

 

 

 

 

Milena Maggio
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2 Commenti

  • Roberta

    Spettacolare Milena, grazie a te e si tuoi Illuminati Alunni, che godono secondo me della tua Luce riflessa 🥰

    • Milena Maggio

      Posso dire con certezza che godiamo (io e i miei alunni) reciprocamente delle nostre luci♥️. Grazie Roberta cara🥰

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