Nel mese di settembre, su questo blog, ho pubblicato un articolo su un libro che per me è stato illuminante; “Conversazioni con Dio” di Neale Donald Walsch, (libro primo).
Da questo libro traggo lo spunto per trattare un argomento che sta a cuore a molti; come gestire un buon rapporto con la persona amata. Quindi troverete in questo articolo diverse citazioni tratte proprio dal libro.
“Lo scopo di una relazione è di decidere quale parte di voi stessi vi piacerebbe che venisse allo scoperto”
Questa prima frase è già molto significativa in quanto mette in luce il vero motivo di un rapporto. In effetti qualsiasi relazione dovrebbe servire a permetterci di esprimere la miglior parte di noi stessi, nel senso proprio della visione migliore che abbiamo circa chi intendiamo essere. Certo, a livello di idea, tutti abbiamo una chiara visione di chi vorremmo essere e sono sicura che sono tutte idee altamente valide. Ma a cosa serve avere un sogno senza darsi da fare, o almeno provare, a realizzarlo?
Un rapporto serve proprio a questo, sperimentare in che modo manifestare questa parte migliore di noi stessi.
“E invece la maggior parte delle persone dà inizio a una relazione tenendo d’occhio quello che ne può ricavare”
Ma di quale ricavo stiamo parlando? Naturalmente dell’amore. Iniziamo una relazione amorosa perché sentiamo la necessità di avere amore. E perché la sentiamo?
Semplice. Perché non amiamo noi stessi abbastanza, anzi, spesso non ci amiamo per niente, al punto da aver inventato frasi altamente destabilizzanti in proposito, spesso stampate sulla carta che avvolge un godurioso cioccolatino, del tipo
“Vedo l’amore per me nei tuoi occhi”.
Rileggendola sento il bisogno di correggermi, questa frase forse è giusta, ma solo se stiamo osservando la nostra immagine riflessa in uno specchio.
“Molte persone commettono l’errore di cercare l’amore per Sé attraverso l’amore per un Altro. Certo non si rendono conto di comportarsi così. Non si tratta di uno sforzo consapevole. È quanto accade nella mente. Nel profondo della mente, in quello che chiamate inconscio, pensate: Se soltanto riesco ad amare gli altri, gli altri ameranno me. Diventerò quindi simpatico e potrò volermi bene. In realtà un gran numero di persone si detesta perché ha l’impressione di non essere amato da nessuno. Questa è una vera e propria malattia perché in verità gli altri li amano, ma questo non ha importanza…non è sufficiente… com’è possibile essere amati per quello che si è veramente?… deve esserci un errore. Stanno lì a cercare di capire in quale modo si potrebbe davvero amarli. Perciò non credono a quanto viene loro detto e danno inizio a una campagna per indurre gli altri a provare il loro amore. Per far questo possono pretendere da chi li ama che cominci con il cambiare comportamento”
Peggio ancora, aggiungo io, pur di farci amare iniziamo a rinnegarci, a tradirci, facendo qualcosa che non è assolutamente nelle nostre corde, ma che pensiamo vada fatto per ottenere quell’amore che non siamo in grado di donarci.
E così per non deludere l’altro/a fingiamo di essere ciò che non siamo.
Cerchiamo di farci piacere ciò che non ci è mai piaciuto e nascondiamo i nostri gusti. In poche parole rinunciamo a manifestare i nostri talenti, la parte più alta di noi stessi.
Io stessa caddi in questa spirale perversa quando, trentasei anni fa, sposai l’uomo che amavo con l’idea in testa che per farmi accettare da lui avrei dovuto seguire alla lettera tutte le regole del manuale Come diventare una brava moglie, iniziando una serie di comportamenti servili che certamente mi avrebbero resa insostituibile ai suoi occhi.
Anni dopo un grande malessere s’impadronì di me perché mi resi conto di essere due persone.
Quella che sentivo di essere e quella che cercavo di dimostrare di essere. Per questo motivo attraversai un periodo molto buio e quando, finalmente, ebbi il coraggio di tirare tutto fuori dichiarando di non voler più continuare quella dolorosa finzione, accadde qualcosa di inimmaginabile: mio marito rispose che la parte di me che amava di più era proprio quella che io cercavo di nascondere.
«Io l’ho sempre vista» aggiunse «Stavo solo aspettando che la vedessi anche tu».
3 Commenti
Oh Milena è così vero tutto quello che hai espresso, ne hai fatto esperienza tu stessa e questo rende tutto così autentico, la parte finale è toccante e lì mi sono riconosciuta, l’occhio attento di chi ci ama vede oltre, mi viene in mente il “Piccolo Principe ” che diceva, l’Essenziale è invisibile agli occhi, tuo marito vedeva quella, mancavi solo tu a vederla, a manifestarla, questo è Amore.
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