Le cose migliori nonno me le insegnava nei pomeriggi estivi, quando il sole non dava tregua e speravo solo di vederlo tramontare per smettere di morire di caldo e iniziare finalmente a respirare.
Allora, in attesa che accadesse, andavo a cercarlo per potermi lamentare perché lui mi ascoltava sempre e sapeva rendere tutto più leggero. Anche l’afa.
Aiutami a cercare
Quel giorno lo trovai nello studio, in penombra, con le persiane accostate. Cercava qualcosa tra i libri.
«Ah, sei qui! Bene! Aiutami a cercare» disse mettendomi davanti una pila di libri.
«Cosa vogliamo trovare nonno?» Domandai già pensando allo sforzo che la ricerca avrebbe richiesto.
«Una cartolina. Me l’aveva mandata Cesare da Torino e l’avevo usata come segnalibro. Te lo ricordi Cesare, il pittore?»
Io sono il caldo
Me lo ricordavo. Mi aveva insegnato a dipingere la chioma degli alberi usando tre tipi di verde e ci avevo fatto una bella figura in classe. Ma non mi andava lo stesso di cercare. Troppa fatica.
«Nonno, ho tanto caldo. Non ce la faccio. Ma tu non hai caldo?»
Dissi vedendolo tutto pimpante.
«No, io non HO caldo. Io SONO il caldo».
«Che dici? Non capisco».
Un po’ come un attore
«Se tu pensi che il caldo sia una cosa che viene da fuori, che subisci, ti senti stanca perché tutte le tue energie le usi per combatterlo. Se invece ci entri dentro come un vestito cucito proprio per te, allora non lo sentì più. Un po’ come un attore che deve interpretare un personaggio. A un certo punto l’attore si dimentica di se stesso e diventa quel personaggio. Quando succede questo, allora riesce a fare ogni parte, anche quella del cattivo. Tanto sa che poi il film finirà e ci sarà un altro ruolo da interpretare. Proprio come questo caldo che lascerà il posto al freddo».
Accettalo come parte di te
«E come faccio a farlo?» Piagnucolai.
«Tu quando cammini pensi ai piedi? No. Fanno parte di te e cammini senza pensarci, piuttosto sei concentrata sul posto dove devi andare. Quindi fai così, se ti viene in mente il caldo, accettalo come parte di te e fai quello che devi fare».
Pratica
A sentirlo così sembrava facile e, infatti, quella volta lo fu.
Trovammo la cartolina di Cesare e anche un suo bellissimo disegno che mi divertii a copiare.
In seguito non ci sono sempre riuscita, ma quando mi ricordo di quel giorno, la magia si ripete.
Nonno diceva «Pratica, pratica».
E diceva bene.
12 Commenti
Proverò anche io che il caldo l’ho sempre sofferto tantissimo ! Grazie Milena <3
Fammi sapere!!!
Un “faro”che in questo momento sta illuminando anche noi 🥰…grazie Milena 🙏
Grazie a te Antonia. Nonno sarebbe felice di saperlo.
Mitico, il nonno!! Un pozzo di sapienza 🩵
Lui era davvero meraviglioso🥰
Bellissimo grazie Milena cara ❤️🙏❤️😍
Grazie a te Barbara cara♥️
Bellissimo grazie Milena cara ❤️🙏❤️😍
Grazie Barbara cara.
Bellissimo,il tuo nonno era davvero speciale,grazie
Grazie Doretta. Era il mio faro.