Una contadina e una lumaca
Nonna era una contadina abruzzese che viveva a Napoli.
Non credo abbia mai amato la vita di città, non lo diceva apertamente ma raccoglieva erbette nelle aiuole senza pensare che cani e marmitte di auto ci avevano scaricato di tutto prima che lei arrivasse e anche dopo.
Usciva da casa con la stessa tracolla di tela che usava in paese quando andava per boschi tornando di sera con il suo bottino medicamentoso che curava i malanni di tutta la famiglia.
Negli ultimi anni viveva da sola e sembrava un po’ confusa, perciò avevo preso l’abitudine di andare spesso a farle visita per monitorarla ed evitare avvelenamenti da erbe tossiche.
Un giorno facemmo visita a Lumaca, una sua amica che aveva un piccolo orticello dietro casa, al quale si dedicava anima e corpo.
Il nome glielo avevano dato il vicini per due motivi; la lentezza dei suoi movimenti e l’affetto che provava per questi animali che provvedeva sempre a mettere al riparo dalle ruote delle auto ogni volta che dopo la pioggia si avventuravano sulla strada asfaltata.
Il dono
Lumaca ci accolse con gioia e impiegò quaranta minuti per prepararci un caffè. Subito dopo averlo bevuto, quando ormai s’era fatta l’ora di andarcene, ci diede una busta con dentro una melanzana, due patate, due carote, tre zucchine e un peperone.
Nonna accettò quel dono come se fosse la cosa più preziosa del mondo e quando le chiesi la ragione di tanto entusiasmo per qualche ortaggio, rispose che era giusto giusto l’occorrente per una delle sue peperonate.
Tornate a casa ci mettemmo all’opera; tagliammo il peperone e le patate in piccoli cubetti, le carote in pezzetti appena più grandi mentre la melanzana e le zucchine in parti grandi il doppio dei primi due ingredienti.
Tuberi e ortaggi erano sistemati in piccole montagnuzze sul tavolo di marmo tirato a lucido a formare una tavolozza di colori degna di Frida Khalo. Come sempre nonna mi disse di toccare le verdure, di sentirne la consistenza tra le dita e io lo feci, poi mettemmo a rosolare mezza cipolla di Tropea tagliata a fette sottili nell’olio buono, qualche oliva taggiasca privata del torsolo e infine aggiungemmo le verdure e il sale.
La vita è fatta di sorprese
Presi il coperchio da mettere sulla padella ma nonna mi fulminò con lo sguardo dicendo che non era ancora il momento di farlo e che avevo finalmente raggiunto l’età per conoscere il segreto della sua leggendaria peperonata.
Segreto? Non ero a conoscenza di nessun segreto.
Glielo dissi e lei rispose che un vero segreto è talmente segreto da non far sospettare della sua esistenza.
“Allora che senso ha? Se fosse così, nessuno sarebbe spinto a volerlo scoprire”
“Infatti nessuno deve cercare di farlo. È così che i segreti restano segreti. Ma tu hai raggiunto la giusta età e io potrei morire da un giorno all’altro. Non ho voglia di portare segreti nella tomba”
Così dicendo prese il barattolo dello zucchero e ne versò un cucchiaino nella padella, poi fu la volta dell’aceto e infine della grattugiatina della scorza di un quarto di limone.
Solo allora mi permise di mettere il coperchio.
Ben presto il profumo delle peperonata della mia infanzia riempì le stanze e io compresi perché fino ad allora, per quanto impegno ci mettessi, non ero mai riuscita ad eguagliarla.
Ci sono altri segreti?
Durante il pranzo a base di peperonata e tozzetti di pane raffermo intinti nel sughetto del quale s’impregnavano completamente, ripensai alle parole di nonna e le chiesi se mi stesse nascondendo altri segreti. Mi rispose di stare zitta e mangiare.
Ricetta della peperonata di nonna
Ingredienti:
1 melanzana
2 patate
2 carote
3 zucchine
1 peperone
1/2 cipolla di Tropea
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di zucchero
di aceto
la scorza grattugiata di 1/4 di limone
5/6 olive taggiasche
olio buono a sentimento
Preparazione:
Taglia il peperone e le patate in piccoli cubetti, le carote in pezzetti appena più grandi, la melanzana e le zucchine in parti grandi il doppio dei primi due ingredienti.
Soffriggi in una capiente padella 1/2 cipolla di Tropea tagliata a fettine sottili e aggiungi le verdure, ma prima di mettere il coperchio versa nella padella 1 cucchiaino di sale, 1 cucchiaino di zucchero, aceto, e la scorza grattugiata di 1/4 di limone. Lascia cuocere a fuoco lento finché i peperoni risultano morbidi e comunque fa attenzione a che rimanga un fondo di cottura nel quale poter intingere dei pezzetti di pane raffermo.
E come la mettiamo con il segreto?
Lo so che stai pensando che ho tradito la memoria di nonna, ma non è così.
Non hai notato che non ho inserito le indicazioni per la quantità di aceto?
6 Commenti
Amo tua nonna! Così ruvida e molto pratica e dolcissima!
Pensa che allora la sua ruvidezza mi colpiva in faccia come uno schiaffo, poi l’ho capita e,in parte, ereditata.
Si si, da provare, grazie ❤️
🙏🏻♥️
Cara Milena,
la proverò presto, parola. Con o senza segreto! 😉 ahahaha
Daje!
Prova e poi fammi sapere!