Daniela se ne sta tranquilla al suo banco mentre intorno a lei “infuria” la ricreazione dei compagni.
Ho tanti quaderni da correggere e non me ne accorgo. Spesso noi maestre stiamo un po’ troppo con la testa china sulla cattedra e ci perdiamo quel meraviglioso flusso della vita che ci scorre davanti.
Mi scuoto dal torpore delle correzioni solo quando la mano di Marianna mi tocca il braccio e sussurra “Maestra”.
Hai bisogno di qualcosa?
“Cosa c’è?” le chiedo “Hai bisogno di qualcosa?”
Ma lei mi fa cenno di no con la testa e poi indica con lo sguardo Daniela, seduta in silenzio, che disegna qualcosa su un foglio.
La regola.
Nella nostra classe c’è una regola; tutti si occupano di tutti e i bambini sanno che un compagno non si lascia da solo, a meno che non sia lui a volerlo. Ma di solito questo è segno di qualcosa che non va, ecco perché Marianna è venuta ad avvisarmi. Poi precisa di aver chiesto alla compagna di giocare insieme, ma l’altra ha risposto “No, grazie”.
Un campanello d’allarme.
Tanta educata freddezza mi allerta i sensi.
Tranquillizzo Marianna dicendole che ci penserò io e che lei può tornare a giocare con gli altri bimbi e la guardo mentre si allontana sollevata, già con la testa a riprendere il gioco interrotto.
Lascio lo sguardo vagare sulle gemme della mimosa in fiore cercando di trarne ispirazione e dopo averne ricevuta in abbondanza da quel giallo pieno di vita, raggiungo Daniela e le chiedo se posso sedermi accanto a lei.
Ho portato con me i quaderni da correggere, giusto per non sembrare troppo invadente. Lei sposta i suoi libri e osserva le correzioni che faccio con la penna verde.
Attendo fiduciosa
Per qualche minuto restiamo in silenzio ma questo non mi preoccupa, perchè so che se i bambini accettano la presenza di un adulto nel loro mondo, vuol dire che si fidano e se si fidano, prima o poi, parlano.
“Maestra, una domanda…cosa c’era prima di me?”
“C’erano altri uomini e altre donne.”
“No io voglio sapere proprio nello spazio che occupo io, prima che c’era? Il bene che tu, mamma e papà volete a me, dov’era prima che io nascessi?”
La risposta
Sorrido e ringrazio la dolce mimosa che veglia su questi meravigliosi bambini che sanno sempre quali sono le cose importanti da chiedere.
“Era già qui. Aspettava te”
Daniela mette una mano sul mio braccio per farmi notare un errore nel compito che mi era sfuggito. qualcuno ha scitto “Io o sempre sonno” e poi torna ad osservare il cielo dicendo:
“Me lo sentivo che era così. Per questo oggi sono così in pace e contenta.”
“Sì. È per questo.” rispondo chiudendo il quaderno.
Per oggi e soltanto per oggi, è permesso scrivere “Io o sempre sonno”.
5 Commenti
❤️❤️
Che bella risposta Milena hai dato a Daniela, l’Amore ci attende, in anticipo, come una culla pronta per noi,
grazie perché anche da adulti è bello sentirlo dire e mi hai fatto intenerire
Ho sempre pensato che l’amore ci precede ❤️
I bambini sono grandi maestri, sempre.
Grazie a te che ci rendi partecipi di queste perle di saggezza.
Maria Grazia
Gran parte di quello che vivo me l’hanno insegnato loro.
Io ricambio con banali verbi e tabelline.
Grazie sempre a te.